Dall’altra parte del mondo

Succede tre anni fa, più o meno di questi tempi (in realtà più tardi: era novembre. Mi frega sempre che fuori era estate, nonostante fosse novembre).
Ero dall’altra parte del mondo, ecco perché.
No, non in Giappone.
A sud. Nel continente dell’America del Sud.
Novembre.
Faceva caldo come ne fa ora da noi. O addirittura di più.

È notte. Sono sul divano. Sto tranquillamente leggendo un libro (poco probabile) o smanettando al computer (ben più probabile). Dal terrazzo, la voce di un mio amico.
– Quello lassù è Giove.
Una pausa.
– Quello invece lo scorpione.
Giove?
Ma soprattutto. Lo scorpione?
Il mio scorpione?
Su le antenne.
Ripongo il libro (poco probabile) o richiudo il computer (molto più probabile). Zampetto fuori.
E che vedo?
Il mio amico. Che scruta il firmamento dentro lo smartphone.
Ohibò.
– Che fai?
– Guardo il cielo.
– Tante grazie. E quell’affare?
– Le costellazioni.
– Che?
– Le costellazioni. Guarda laggiù. Lo vedi? È lo scorpione.
– Lo scorpione?
– Vedi la coda? A forma di esse.
Guardo lo schermino. Bello. Facile. Alzo lo sguardo.
Ammazza.
– Si vede!
– La stella più in basso è Antares.
Un punto rosso che brilla appena sopra l’orizzonte.
– E in alto, la coda.
Alta, imperiosa. Sette stelle a disegnare il tronco superiore di un’esse.
Scruto di nuovo lo schermino.
– E le antenne? Le pinze, voglio dire, le tenaglie.
– Non si vedono. Sono sotto l’orizzonte.

Cado nella trappola.
Torno a guardarla la sera dopo. Quella dopo ancora.
Ogni notte però il sole tramonta più tardi.
Antares si vede sempre meno. Finché non si vede più.
La coda è tronca.

Un mese dopo.
Aeroporto.
Tre voli che non vi racconto.
Torno di qua.
Quassù da noi, sopra l’equatore.

Sei mesi dopo. Estate. Mi ritorna in mente.
Corro su Internet.
Ecco. Ancora preso in trappola.
Scorpione. Costellazione dell’emisfero australe. Da noi si vede per intero – all’inizio dell’estate – soltanto sotto il quarantacinquesimo parallelo. (Per intendersi, da Mantova in giù. Ho detto per intero. Se ne vede un pezzo, un bel pezzo, anche da più su.)

Corro a cercarla.
Con lo smartphone, cosa credete.
Che son mica astronomo io.

Epperò resto di sale.
È capovolta!
C’è Antares, rossa, brillante: la riconosco.
Ma sopra non c’è la coda. Ci sono le antenne! Le pinze, le tenaglie!

Direte: ovvio, ragazzo.
E avete anche ragione.
Però quando sei lì. Quando lo vedi la prima volta.
Vi assicuro.

Siamo diventati amici, ora, io e lo scorpione.
Coda o tenaglie all’insù, in fondo che importa. Sempre lui è.
Lo spio di nascosto in queste notti d’inizio estate e nessuno lo sa.
(Quasi)
Verso sud. Appena sopra l’orizzonte.
Belle dritte, orgogliose, le tenaglie.
Che poi, già so che inizierà a fregarmi, lui. Tramonterà sempre un po’ prima. E ogni sera s’inclinerà un po’ di più, verso ovest.
Fa così, lo scorpione. Si stiracchia, si sgranchisce, si allunga e poi…
Ad agosto dormirà sull’orizzonte e a settembre sparirà. E non si farà più vedere finché sarà di nuovo estate.

O finché una notte gli farò anch’io una sorpresa e lo prenderò di nuovo per la coda.
Dall’altra parte del mondo.

30 pensieri su “Dall’altra parte del mondo

  1. appuntamento segreto con lo scorpione….
    che bello, sembrava di essere lì con te a guardare le stelle ed a cercare tenaglie e coda 🙂

    lo stare dall’alta parte del mondo mi fa venire mente un frase “vorrei essere nato al contrario per vedere dritto questo mondo storto”….tu che ci sei stato…com’è? si vede veramente dritto il mondo o dobbiamo tenercelo storto?
    🙂

  2. Che nostalgia, no dico, di quella parte del mondo…
    Quando guardavo mezzogiorno e pensavo che qui era quasi mezzanotte.
    E qundo tornata a casa guardavo la luna e sognavo di essere dall’altra parte.
    Però tu prometti che non fai come scorpione e alla fine dell’estate sparisci vero?
    Resta nascosto ma con un occhio guarda che arrivo io, la super S (Stefania, Scrittrice, Stupenda e Saggitarina Sfigata!) 😛

  3. Faccio lo stesso con Orione: appena riesco a vederlo sopra il monte davanti casa, tiro un sospiro di sollievo perchè so che presto arriverà la primavera 🙂

    • Orione, altro amico delle notti d’estate. Anche lui me l’hanno “insegnato” proprio laggiù: e non era il mio amico con lo smartphone ma un’altra persona, con un indice puntato. E poi, l’estate dopo, l’ho ritrovato nel cielo di qui.

      • l’indice puntato è sempre il migliore, basta con tutta questa tecnologia…io ho imparato a conoscere il cielo alla vecchia maniera, con un buon libro sull’astronomia 🙂

        • Vorrei poterlo dire anch’io, e confesso di averci pure provato. Fin da piccolo. Ma niente da fare. Mancava proprio la materia grigia.
          Però, dai: una tecnologia a bassissimo impatto. Niente inquinamento luminoso. Discreta. Silenziosa. E non hai idea di quanti nasi all’insù, di quante mani sollevate nella notte, poi 😉

  4. Wow… hai rischiato di perdere… il filo del discorso! 😉
    Mi fai ripensare alla luce implacabile, straniante, di Oslo… a quanto è stata subdola con me, trascinandomi in giro per un tempo infinito senza giorni, fino a lasciarmi priva di forze e, comunque, di sonno. Una costellazione la puoi prendere per la coda, è un bel vantaggio… quando ti ricapita ci racconterai anche dell’effetto Coriolis, vero? 😀

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