1. Vi catturo

1Davvero vi catturo?
Sì, vi catturo.
Se siete arrivati qui è già la terza riga.
Non male, no? E siamo alla quarta.
Lo so, c’è il trucco. Il punto e a capo. Ma datemi dieci secondi, altre due righe e vi spiego tutto. Promesso. Poi, a voi decidere se vi merito oppure no.
Mi invitano a scrivervi dei pezzi. Per gioco, per scommessa, per scherzo, non lo so. Pezzi che pubblicheranno nei prossimi mesi in qualche remoto angolino di un giornale di carta (e di rimando in un improbabile blog che non conosce nessuno). Angolini fuori mano nei giorni in cui ci sarà spazio, mi dicono. Scusa ma abbiamo l’abitudine di esser franchi, ci servi per riempire, d’accordo? se c’è spazio ti schiaffiamo dentro, se non c’è, passi al numero dopo, o a quello dopo ancora. Capito?
Capito.
Capite? Quando ci sarà spazio, a lor piacendo, ci sarò.
Tipo se salta una pubblicità o scarseggiano i necrologi. Tutto qua.
Ed ecco, passati anche i dieci secondi.
Adesso, se volete, potete lasciar stare. Cambiare articolo. Passare agli altri, a quelli degni di attenzione, quelli seri, quelli importanti. Io volterei direttamente pagina. Non manca molto, siete verso la fine del giornale, vero? Angolini fuori mano nelle ultime pagine del giornale, si sono fatti capire.
Insomma ti fanno fare il tappabuchi, Spassky ha il dono della sintesi.
Spassky è la mia ragazza. Una ragazza piena di cinismo e strapiena di ragazzi (anche se lei nega) essendo io soltanto uno dei suoi ragazzi nonché il fine ultimo del suo cinismo (anche se lei dice che sono l’unico ragazzo e che non è cinica per niente, giudicherete voi).
Comunque non sottovalutare la quantità di persone che inizia a leggere il giornale dal fondo, ha aggiunto con un bacio, quelli sottosopra son sempre volponi, e ha spento la luce. Così, per pura pietà, zuccherino prenanna al suo promesso sposo oncologo dai calzini spaiati nonché giornalista dalle improbabili radici nonché colui che rattoppa, tapino che ci mette le pezze.

Vogliono qualche riga di dubbio valore (molto dubbio, assicuro) per riempire uno spazio pubblicitario di un piccolo giornale che ogni tanto resterà vuoto, desolatamente senza pubblicità. E allora ci sarò.
Di un gioco deve trattarsi. Una rubrica per l’estate (intanto). Per distrarre la mente (un tempo si diceva ammazzare il tempo, poi sono arrivati gli abolizionisti con la loro campagna mediatica contro questa espressione troppo truculenta e diseducativa e adesso non si può più dire, quindi fate conto che non abbia detto niente).

E se ci fosse il trucco? Se fosse proprio quello di appesantire la pagina? Voglio dire: farvi venir voglia di girarla, quella pagina (questa pagina), perché la trappola è piazzata dietro, in quella successiva (o in quella precedente, direbbe Spassky, che appunto ragiona sempre dal fondo). Ecco, forse ci siamo. Ecco dove sta il gioco. Usare queste righe come trampolino. Come molla (letterale) per balzare (letterale pure questo, e vi ci vedo proprio mentre fate un balzo) da questa alla prossima pagina. Là dove vi aspetta il boccone dolce (tipo la pubblicità a tutta pagina che frutta centinaia di euro).
Allora su, non state al gioco, fermate di leggere. Fermate e girate pagina. Sì, proprio quella, la prossima pagina (o quella di prima, sì Spassky). Questo è solo il trampolino. La molla.
(Se invece leggete dal blog allora è un problema. Lì non avete niente da girare. Ma il lettore medio del blog è molto più capriccioso del lettore medio di un giornale, dal palato molto più pepato e dai tempi molto più veloci. Difficilmente arriva alla parola numero cinquecentonovantacinque qual è quella che avete appena letto. Indi per cui, neanche un fastidio. Il BlogLettore a questo punto ha già da un pezzo cambiato blog.)

E dunque, siete ancora qui?
Nonostante le maniere gentili in cui ho cercato di farvi capire di sloggiare, siete ancora qui? Francamente allora non so più che dirvi, avete proprio tempo da buttare, neanche con le cattive riuscirei a farmi intendere, a sbattervi fuori.
Mi sforzo di capire.
Magari siete sotto l’ombrellone e avete appena finito di completare i bellissimi Sudoku che vi propone il giornale. Tutti i Sudoku. Che non ve ne è rimasto fuori neanche uno. Avete risolto quelli difficili, quelli superdifficili e anche quelli superdifficilissimiquasidapremioNobelperlamatematica. Avete controllato le soluzioni e sono tutte giuste. Avete la testa strapiena di numeri e calcoli, e avete solo voglia di altro. Per esempio, di un gelato. O di una nuotata. E così, a peso morto, senza quasi sapere o capire, finite di sfogliare il giornale e vi lasciate andare al piacere di leggere il niente, abbandonati al rumore delle frasi che sembrano onde, al fluttuare lento dei periodi, inciampando nei punti e a capo, assopendovi sui puntini sospensivi…
Olà, sveglia!

Vi ripeto.
Prima i Sudoku. Tutti i Sudoku di questo giornale. Anche i superdifficilissimi.
Scommettiamo: vi si fonderà il cervello e vi dimenticherete di questo pezzo. E credetemi, per voi sarebbe soltanto un bene.

Altrimenti.
Se siete ancora qui temo che non vi scoraggerebbe neanche un candelotto di dinamite in omaggio col giornale e pertanto, disinnescato l’esplosivo, scremati gli scettici e selezionata la crema dei fondisti giunti fin qui all’ottocentocinquantantanovesima parola, passo alla conclusione.
Primo, mani avanti. Non sono un giornalista. Un redattore, un cronista, una firma, un reporter, un opinionista, un Gufo, un prosatore, un letterato, nulla di tutto questo. Non ho mai scritto nulla di serio (e oggi non mi sono certo smentito). Faccio un altro mestiere. Lavoro in ospedale. Mi hanno chiesto qualche riga su quel mestiere. O in mancanza, su quel che ti pare (mi stimano).
Parte due, mano tesa. Unica regola e unica promessa: niente regole e niente promesse.
Viaggio senza meta a tappe intermedie senza nome.

Allora pronti via.
Alla prossima.
Se ci sarà spazio, beninteso.
E se avrete finito i Sudoku.

13 pensieri su “1. Vi catturo

  1. Fare il tappabuchi non piace a nessuno e sperare che un discreto numero di persone partano dal fondo del giornale è un bel zuccherino per addolcire la pillola.
    Comunque sono arrivato in fondo e uso più di 10 secondi per comporre una risposta, che è sicuramente banale.
    Non ho il dono della sintesi come Spassky.

  2. io non sottovaluterei il consiglio di Spassky e terrei in considerazione le persone che iniziano dalle ultime pagine, non pensando come gli altri hanno una sorta di visione del mondo diversa che può aiutare 😉

  3. Io mi ero obbligata a non scrivere per un po’.
    Non intendo non commentare qui, ma proprio non scrivere.
    Ok mi limito a dirti la prima cosa che mi esce leggendoti…
    Mi sa tanto da:”ciucciami il calzino!” alla simpson…
    🙂
    Congratulazioni compagno!

    • Garantisco di non aver pensato ai Simpson (a richiesta fornisco spiegazioni e dettagli, volendo anche raccapriccianti).
      Dei calzini spaiati comunque ci sarà un perché.
      Il tuo dalla scrittura, infine, mi sa che è solo il riposo del guerriero… 😉

  4. Odio i Sodoku, non sono in spiaggia ma in montagna, anche se non è di moda.
    E sono tremendamente triste, ma il tuo post , anche se un po’ ( volutamente credo) squinternato, mi ha messo di buon’umore.
    Non ne posso più di notizie sconvolgenti.
    Non so se ti inteerssa ma Spassky mi è simpatica!

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